Particelle

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di Soheila Beski

 

Il ritratto lucido e disincantato di un uomo iraniano contemporaneo fatto da una scrittrice che si cala in prima persona nei panni del protagonista.

 

Mammone, debole, opportunista. Attento al rispetto delle norme sociali per amore del quieto vivere ma pronto a irridere gli eccessi di ossequio religioso o la mistificazione ingenua della democrazia, giudicata nient’altro che un nuovo conformismo. Ossessionato in egual misura dal sesso e da una nevrosi esistenziale che le sue avventure extraconiugali ampliano fino alla paranoia, il protagonista di questo romanzo di Soheila Beski fluttua tra le norme, i divieti, le consuetudini e gli accomodamenti della società iraniana di oggi, cogliendo con cinismo le opportunità che la sua condizione di maschio gli offre. Una particella che vaga tra la realtà concreta fatta di madri, padri, figli, amici, lavoro, amori, tradimenti, piccole viltà – e scarse, scarsissime virtù – e un mondo virtuale dalle seducenti possibilità spalancato da un semplice computer da ufficio. Infilarsi nel buco nero del mondo virtuale, per sfuggire alle trappole che la vita e la sua incapacità di affrontarla responsabilmente gli tendono, diventa per questo sessantenne vicino alla resa dei conti un espediente per ancorarsi ad una realtà più vasta dove tutto può essere “svelato rimanendo velati”.

Con una sintesi efficace e sorprendente tra alcune delle “ossessioni” della millenaria cultura iranica – il male e il bene, la verità e la menzogna, l’efficacia della parola – e le sfide filosofiche poste dall’avanzare frenetico della tecnologia, Soheila Beski traccia il ritratto impietoso di un uomo ancorato ad un ipocrita modello di supremazia maschile superato nei fatti da una realtà che avanza più veloce della luce.