Probabilmente mi sono persa
di Sara Salar
Un viaggio dentro di sé alla ricerca di un’amica perduta e di un passato troppo a lungo negato, chiusa in macchina nella Tehran caotica e pulsante di oggi. Sara Salar porta il lettore nelle strade di una megalopoli soffocata dal traffico e ricoperta di cartelloni pubblicitari inneggianti ad un consumismo pacchiano da cui la protagonista, una giovane donna sposata e con un figlio, è respinta e attratta insieme. Così come è combattuta tra la repulsione e l’attrazione per il socio del marito che la corteggia pressante, approfittando della sua incapacità di sottrarsi fino in fondo alle lusinghe di una mondanità vuota e superficiale e di uno smarrimento che la isola anche dagli affetti più cari.
Lo straniamento della protagonista ha radici lontane, in una sperduta cittadina del Baluchistan da dove è partita per un viaggio nella vita che l’avrebbe portata a tradire la famiglia, il proprio mondo, l’adorata amica Gandom e, soprattutto, se stessa.
Costruito su un continuo slittamento tra presente e passato, tra realtà e immaginazione, tra un vero e un falso che tocca al lettore decifrare, Probabilmente mi sono persa è solo apparentemente la storia dell’amicizia di due adolescenti che, come spesso succede, non regge alla prova dell’ingresso nell’età adulta. Con una scrittura dal ritmo sincopato e incalzante insieme, modellato sul flusso altalenante dei ricordi della protagonista, Sara Salar restituisce lo smarrimento di una società nella quale la modernità, esplosa a dispetto di un conformismo morale tenacemente coltivato, richiede uno sforzo supplementare di introspezione e di adattamento.
Romanzo rivelazione di Sara Salar, è subito divenuto un best seller (quattro edizioni e 30 mila copie vendute in pochi mesi), nonostante uno stop prolungato della censura.
Dal vetro della macchina guardo il cielo, il cielo color piombo di Tehran…
Ho detto al dottore: – È come se mi fossi persa anni fa,
persa nel cielo nero stellato di Zâhedân.